Mentre i notiziari di tutto il mondo sono invasi da aggiornamenti su conflitti e tensioni internazionali, una trasformazione silenziosa ma potentissima sta avvenendo sotto i nostri occhi: l’ascesa dell’Intelligenza Artificiale (IA) e dei robot. Questa rivoluzione tecnologica rischia di cambiare radicalmente il mondo del lavoro, eppure il dibattito pubblico le dedica ancora troppo poca attenzione.

 

Come l’Intelligenza Artificiale sta cambiando il mondo del lavoro

Ogni giorno, nuovi algoritmi e sistemi automatizzati sostituiscono attività che fino a ieri erano appannaggio esclusivo degli esseri umani. Interi settori sono già in trasformazione e i posti di lavoro a rischio sono milioni.

 

Qualche esempio concreto:

  • Industria manifatturiera: i robot industriali stanno già sostituendo operai nelle catene di montaggio. Alcune fabbriche automobilistiche hanno ridotto il personale umano del 40% in pochi anni.
  • Servizi di customer care: chatbot e assistenti virtuali automatizzati stanno rimpiazzando operatori di call center, riducendo drasticamente la domanda di lavoro umano.
  • Settore della logistica: Amazon e altre grandi aziende utilizzano già robot per smistare pacchi e automatizzare i magazzini, diminuendo la necessità di lavoratori addetti alla movimentazione.
  • Giornalismo: software di scrittura automatica sono in grado di redigere notizie sportive, report finanziari e articoli di cronaca, minacciando il futuro di tanti giovani giornalisti.
  • Trasporti: con l’avvento dei veicoli a guida autonoma, milioni di autisti di camion, taxi e mezzi pubblici rischiano di essere sostituiti.

La domanda non è se accadrà, ma quanto velocemente e con quali conseguenze sociali. Intere comunità potrebbero trovarsi improvvisamente senza lavoro, senza che siano stati predisposti piani di riqualificazione o protezione sociale.

In questo contesto, un reddito di cittadinanza dignitoso diventa una necessità concreta. Garantire a ogni cittadino un sostegno economico di base è essenziale per preservare la dignità umana, ridurre le disuguaglianze e permettere a tutti di vivere con serenità, anche in un mondo dove il lavoro tradizionale diventa sempre più scarso.

Invece di destinare miliardi di euro a investimenti militari e guerre, sarebbe molto più lungimirante investire in settori che rendano l’uomo dignitoso: istruzione, cultura, ricerca scientifica, arte, tutela ambientale, assistenza sociale. Solo così possiamo costruire una società resiliente e davvero umana.

Invece di concentrarci solo sulle guerre del presente, dovremmo riflettere sulle “guerre del futuro”: quelle per un posto di lavoro dignitoso, per la dignità umana in un mondo dominato dalle macchine.

Ora è il momento di agire, investendo nell’educazione, nella formazione continua, in un reddito di cittadinanza equo, e in politiche di transizione giusta. Se non affrontiamo il tema adesso, potremmo ritrovarci a combattere un’altra crisi, silenziosa e devastante.